MAGIC PIANO

L’epoca d’oro del pianoforte e la magia degli strumenti automatici: una meraviglia rivisitata

MAGIC PIANO

Dank auf Notenrollen eingespielter Musikwerke, kann die Spielweise und Interpretation zahlreicher Pianistinnen und Pianisten bis heute erhalten, gehört und erforscht werden.

Fino a 150 anni fa chi voleva concedersi il piacere della musica non aveva altra possibilità se non quella di assistere a un concerto o fare musica da sé. Il 1878 fu l’anno della svolta: con l’avvento del fonografo e del grammofono divenne possibile riprodurre meccanicamente la musica. Questi apparecchi ebbero un successo enorme, tanto da diventare prodotti di massa.

Ci vollero tuttavia diversi decenni perché le registrazioni sonore potessero eguagliare la qualità di un’esecuzione dal vivo. Il pianoforte, con la sua ampia gamma tonale e le sue sottili differenze a livello di volume, risultava particolarmente difficile da registrare in un’epoca in cui non era ancora stato inventato il microfono. Brillanti imprenditori e ingegneri cercarono di ovviare a questo problema con un’invenzione audace: il pianoforte di riproduzione, uno strumento che permetteva di riprodurre i virtuosismi dei pianisti più famosi per mezzo di un pianoforte vero e proprio e non più attraverso un imbuto. Era l’autunno del 1904 e la ditta M. Welte & Söhne di Friburgo in Brisgovia presentò al mondo la sua idea rivoluzionaria: il nome scelto per questa invenzione, in grado di restituire i pezzi per pianoforte più difficili quasi alla stregua di un virtuoso pianista in una sala da concerto, era «Welte-Mignon». Nulla faceva pensare a uno strumento meccanico, i suoni erano completamente naturali. Quando altre ditte seguirono l’esempio, si sviluppò un fiorente mercato. Nei tre decenni successivi furono migliaia i pezzi registrati; pezzi che, ancora oggi, affascinano e ci fanno rivivere quella che è stata l’«epoca d’oro» del pianoforte.

I cataloghi di aziende come Welte, Hupfeld, Philipps, Aeolian o American Piano Company sono quasi un annuario delle personalità fatto di pianisti, compositori e direttori d’orchestra attivi tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento. Una generazione di artisti di spicco che fece musica servendosi di una particolare procedura di registrazione. I nomi di molti pianisti, e anche pianiste, sono però caduti nell’oblio e aspettano solo di essere riscoperti nella collezione del museo.

Con il titolo «Magic Piano», il Museo degli automi musicali dedica una mostra speciale ai pianoforti meccanici automatici e alla pressoché ventennale collaborazione con la Hochschule der Künste di Berna nel campo della ricerca.